Dietro alla paura

Quando si parla di ansia sociale, si devono ricercare tre caratteristiche: il desiderio di trasmettere una buona immagine di sé (per ricevere un giudizio positivo dagli altri); una forte insicurezza (che diventa un bisogno di consenso) e per finire una tendenza all'evitamento delle situazioni considerate pericolose (paura di esporsi).

Così, quando i fobici sociali si trovano ad affrontare una situazione percepita come potenzialmente pericolosa, ad esempio mangiare o parlare in pubblico, vivono la paura che possa succedere qualcosa che li possa mettere in imbarazzo, di compiere degli errori grossolani, di agire in maniera inadeguata, ridicola o inaccettabile e temendo per questo motivo di essere rifiutati o umiliati. In questa aspettativa è fondamentale il ruolo delle convinzioni personali, spesso distorte, che tendono a far interpretare tutto nella convinzione di fondo che gli altri derideranno il comportamento agito. Questo avviene anche attraverso un aumento dell’attenzione selettiva verso elementi e dettagli marginali, alla ricerca della conferma della propria teoria distorta. E' come se il soggetto guardasse gli eventi e se stesso attraverso un microscopio, sviluppando una visione focalizzata e limitata ad alcuni particolari, perdendo il valore della situazione generale.

La persona coinvolta in quest'ansia, sperimenta la sensazione di non poter padroneggiare la situazione. Il concetto di paura del giudizio degli altri è l’aspetto centrale del disturbo ed è fortemente implicato nel mantenimento del disturbo.

Per poterne uscire, bisogna interrompere il circolo vizioso.


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