Terapia on-line

Come si può ad adattare il colloquio al setting online?
Si tratta in realtà di un falso quesito, perché un colloquio psicologico svolto online non può essere la semplice trasposizione del colloquio in studio, nemmeno semplicemente un altro setting dove il colloquio si svolge e meno ancora è una versione “light” del colloquio vis a vis.
Occorre fare attenzione a questi pregiudizi: se non ci sentiamo a nostro agio, può darsi che il setting on-line (almeno in questa fase) non faccia per noi.

Il colloquio psicologico online è un lavoro niente affatto alleggerito rispetto a quanto accade nello studio. Occorre ricordare che in una relazione significativa come quella tra psicologo e paziente/cliente il fattore determinante non è la forma esteriore che la relazione assume, ma il significato dell'esperienza nel suo complesso ed è su questo significato che psicologo e paziente si trovano costantemente a lavorare.

Tre sono gli aspetti che vanno ripensati nei risvolti espliciti e impliciti che essi assumono per il terapeuta e per il suo paziente.

  • Deontologia: La deontologia è l’insieme di norme non giuridiche che regolano la pratica professionale. Non un fardello, non una serie di limiti insensati: nella deontologia si annidano le buone prassi per svolgere bene il nostro lavoro, a tutela della professione e soprattutto dell’utenza. Nelle consulenze online vanno ripensati soprattutto

    • Il consenso informato. Non si tratta solo di un modulo da far firmare. Il consenso deve essere appunto informato: terapeuta e paziente devono avere chiaro cosa stanno andando a fare insieme. Dal punto di vista pratico è utile chiarire quale piattaforma verrà utilizzata e quali saranno le modalità di pagamento (quali tempi? in che forma?). Non trattiamo questi momenti con superficialità: ci stiamo giocando i primi confini della nostra relazione terapeutica.

    • Riservatezza. Oltre a tutto quanto per legge è necessario definire in merito al trattamento dei dati, nel caso delle consulenze on-line è opportuno esplicitare che né da parte del terapeuta né da parte del paziente ci saranno terzi non visibili nella stanza e non si registreranno le sedute. Ovviamente il fatto di dirlo non rende tutto questo per forza reale: ed ecco che entra prepotentemente in campo il tema della fiducia, da parte di tutti gli attori, sin dalla prima definizione dell’appuntamento.

  • Tecnologia. Innanzitutto è necessario scegliere una piattaforma di cui siamo esperti: se un problema tecnico è dietro l’angolo, dobbiamo avere modo di potervi porre rimedio rapidamente. C’è poi da gestire l’aspetto della sicurezza: se utilizziamo un pc condiviso dobbiamo separare gli accessi che utilizziamo per il lavoro. Se utilizziamo apparecchi mobili, come telefoni o tablet, teniamo presente il rischio di furto o smarrimento e proteggiamo i nostri dati e quelli dei pazienti.

  • Pratica clinica. Nella pratica clinica dei nostri colloqui faremo certamente riferimento al modo di lavorare che abbiamo anche in studio, ma nel dare significato all’esperienza che condividiamo con il paziente è opportuno tenere presente che internet è un territorio che nella mente nostra e del paziente ha delle rappresentazioni e degli utilizzi ben precisi e diversi da quelli della terapia.

    • Internet è un luogo usato per azioni quotidiane. Il terapeuta e il paziente lo usano per chattare con gli amici, organizzare le vacanze, cercare un ristorante. Poi lo usano anche per fare terapia. Questo può agevolare scivolamenti di contesto dal terapeutico all’amicale che è bene che il terapeuta prevenga.

    • Internet facilita assetti comunicativi regressivi: pensiamo al fenomeno degli haters o agli amori idealizzati che nascono in rete. Questo potrebbe facilitare processi di idealizzazione del terapeuta da parte del paziente: un fenomeno tipico di molte relazioni terapeutiche che su internet può trovare terreno ancora più fertile.

    • Internet è il luogo del proibito, del segreto, della trasgressione a volte pure dell’illegale: un luogo dove si cerca di giocare fuori dalle regole. Regole che invece sono importanti per la terapia e il cui rispetto sono importanti per il buon esito della stessa

ANALISI DELLA DOMANDA E PRESA IN CARICO.
Alcune accortezze sono necessarie anche in fase di analisi della domanda in caso di richiesta di presa in carico:

  • Se il paziente è di un’altra città, perché non cerca un terapeuta nella sua stessa città e sceglie una terapia online? E’ un tentativo di controllare la distanza relazionale? In che modo?

  • Se ci contatta perché vuole “proprio noi”, è opportuno approfondire le ragioni di questa volontà, tra dinamiche seduttive o idealizzazioni.