Disagio e risposta della psiche


Definendo lo stare bene, si può affermare che il benessere è dato dall'equilibrio che viviamo tra come ci percepiamo e come ci percepiscono le altre persone. Infatti, se il primo può generare: ottimismo, autostima, fiducia, capacità di iniziativa, curiosità e intraprendenza relazionale; il secondo, per contrasto, manifesta i suoi aspetti negativi attraverso stati d’ansia, umore depresso, pessimismo, distanziamento, apatia, chiusura e insofferenza.

Il disagio psicologico può dunque essere caratterizzato da inquietudine, malumore e insoddisfazione che perdurando a lungo e silenziosamente potranno sfociare in psicopatologia. Il nostro organismo e la nostra mente cercano però di affrontare questo disagio attraverso delle condotte compensatorie più o meno accettate e condivise, come ad esempio dall’aumento di consumo di alcol o nicotina, lo shopping compulsivo e/o l’abuso di videogiochi, di internet e di social network.

Altra metodologia che spesso viene usata per abbassare il peso del disagio di chi non percepisce questo equilibrio, è quella di colpevolizzare il mondo circostante (persone comprese) senza rendersi conto, che è proprio attraverso questo attacco generalizzato all'esterno che si tenderà ad aumentare il disequilibrio tra il percepito e il vissuto dalle altre persone, che a loro volta, la maggior parte delle volte risponderanno attaccando chi li sta attaccando, senza porsi dubbi sul significato di quello che si vivrà.

C'è poi quella che viene chiamata “sindrome del papavero alto” che può essere riassunta nella tendenza a criticare e ad avere sentimenti di ostilità verso una persona che eccelle nella sua vita per meriti personali. Questo comporta quindi due paure: quella di essere abbandonati e la paura di non essere più all'altezza. Così, anche in questo caso, si preferisce attaccare cercando di sminuirle, pur di non dover affrontare il rischio di mettersi in gioco.


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