Violenza e aggressività


Violenza e aggressività spesso vengono confusi, ma questi due termini non sono intercambiabili, poiché indicano due diversi momenti e precise condizioni. In particolare è da sottolineare alcune caratteristiche: ad esempio esiste un’aggressività sana, creativa, appassionata, che consente di fare le cose, di fronteggiare le situazioni, di sentirsi vivi e partecipi. C’è infatti anche una collera etica, giustificata dagli eventi e necessaria di fronte alle ingiustizie. Quindi, ci si può arrabbiare perché si odia ma anche perché si ama, per ostilità ma anche per amicizia. È da considerarsi giusto e sano arrabbiarsi in determinati frangenti ed è anche giusto e sano non reprimere ogni moto aggressivo perché, così facendo, si rischia di ignorare segnali che possono essere importanti per la propria difesa.

La violenza, invece difficilmente la si può considerare sana. Si differenzia la violenza fisica (spintonare, dare schiaffi, calci ecc. ecc.) da quella psicologica (che consiste in attacchi diretti a colpire la dignità personale). Esiste però anche una violenza connessa alla privazione o alla incuria (malnutrizione, inerzia e carenza di igiene o vestiario) che spesso non viene considerata come tale, ma che incide particolarmente sullo sviluppo degli affetti. Nel caso dei bambini, infatti, che non ricevono cure adeguate per la loro età, si sviluppa anche una privazione della giusta affettività e del supporto psicologico che l’adulto dovrebbe fornire. Questa classificazione, sebbene imperfetta fornisce un quadro utile per comprendere i complessi modelli di violenza che si possono verificare. E’ importante inoltre, prendere in considerazione la relazione tra il soggetto che compie l’atto di violenza e la vittima. Infatti la violenza acquista un peso e un rischio specifico se tra adulti, o tra bambini o tra diverse generazioni. Ad esempio una violenza tra adolescenti, potrebbe diventare bullismo, mentre una violenza da adulto a bambino potrebbe essere definita maltrattamento.

In qualsiasi caso sempre meglio un comportamento non violento, ma capace di esprimere razionalità ed emotività.


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