Terremoto e paura

Con quello che è accaduto nell'ultimo decennio (Aquila 2009; Reggio Emilia 2012 e Amatrice 2016) sta aumentando l'attenzione e la paura verso qualcosa di incontrollabile: il terremoto.

Chi dopo aver visto le ennesime immagini della furia distruttiva del terremoto, non si è soffermato almeno un attimo a pensare che anche il nostro territorio è a rischio? Già, solo questo pensiero è in grado di attivare una specie di “ansia anticipatoria”, ovvero quell'ansia che richiama, anche se in maniera molto più superficiale, le sensazioni legate alla paura.

Il grosso disagio legato all'ansia è lo stress. Infatti quando l'ansia è troppo persistente non soddisfa più la sua funzione di allarme utile a prevedere il pericolo, ma diviene uno stimolo esso stesso distruttivo. Così quando si è sotto stress non si è più in grado di organizzarsi a rispondere al meglio alle situazioni di rischio. Questo è il motivo principale per cui nessuno dovrebbe farsi prendere dalle fobie anticipatorie, ma al contrario dovrebbe mettersi in discussione nel trovare il miglior modo per affrontare un pericolo di questo tipo.

La paura è data maggiormente dalla confusione e dalla disorganizzazione che si crea dopo il sisma, quindi prima risposta per far si che non ci sia paura è quella di essere organizzati. In molte scuole in zone a rischio sisma, vengono fatte esercitazioni costanti su come comportarsi, tanto che in caso di evento catastrofico i bambini, che conoscono i protocolli, oltre ad affrontare meno pericoli, risentono molto meno del rischio di disturbo post traumatico da stress. Quindi per combattere la paura è fondamentale organizzare le procedure di sicurezza e non farsi prendere alla sprovvista.


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