Dagli archetipi all'interpretazione del pensiero simbolico nella sessualità

La parola “simbolo” deriva dal greco symbállein che significa “mettere assieme”. Infatti nell'antica Grecia era presente la consuetudine di dividere in due una moneta od un oggetto e di darne una metà all'amico od all'ospite. Queste metà, conservate per generazioni, consentivano ai discendenti di riconoscersi come non nemici, anzi come forti di un legame di ospitalità, di debito e amicizia. Allora il simbolo, evocando la sua parte corrispondente, rinvia ad una determinata realtà che non è decisa dalla convenzione, ma dalla ricomposizione di un intero. Simbolo come richiamo all'origine.

Secondo l'insegnamento di C.G.Jung, esiste un patrimonio comune di forme originarie (archetipi), che possono essere utile strumento per la lettura del pensiero simbolico.

Ricercare il simboli nella sessualità ci impone di fare una distinzione tra:

1)sessualità intesa come identità di genere a cui si riferiscono immagini archetipiche quali ad esempio:

  • la spada, simbolo della virilità e del maschile (mezzo di affermazione, di lotta per la vita, di penetrazione in tutta la realtà);

  • il vaso o coppa (o simili), simbolo del femminile (allude al seno ed all'utero; può rappresentare oltre alla sessualità femminile, il luogo in cui sono contenuti i tesori, le doti tipiche della femminilità);

2)sessualità intesa come libido (Psicoanalisi freudiana), intesa come forza istintuale connessa col funzionamento di vari organi, da cui la successione cronologica nelle varie fasi (orale, anale, uretrale, fallica, genitale).

Essa corrisponde ad un modello “meccanicistico” della sessualità, superato dagli Autori post-freudiani, ma tuttora presente nella prassi analitica, e comunque riconoscibile nel simbolismo – soprattutto onirico con una straordinaria varietà di immagini. Tali immagini sono raffigurabili in vari modi.

Qualsiasi sia l'immagine è importantissimo sottolineare che soltanto le associazioni del paziente possono confermare il significato del simbolo utilizzato nel sogno.

La varietà delle immagini è data dal fatto che in corrispondenza delle varie fasi, si susseguono metodologie differenti di gratificazione libidica. Allora all'erotismo di una prima fase si sostituisce l'Eros, in un continuum che va dal puramente sensoriale all'interiorizzazione completa dell'altro/a.

3)la componente maschile e femminile di ognuno di noi (Jung), che devono essere integrate per assicurare uno sviluppo armonico della personalità.

Così nel “processo di individuazione”, ognuno incontra quella parte della psiche che ha attinenza col sesso opposto: l'uomo incontra l' “anima” (la dea, la strega, l'amazzone, la fanciulla, l'angelo, il demonio, la prostituta, etc. ma sempre come una figura isolata), mentre la donna incontra l' “animus” (l'aquila, il toro, la lancia oppure spesso come pluralità di figure).

Le figure archetipiche non hanno un significato direttamente legato alla pulsione sessuale, ma rappresentano delle polarità che in un secondo momento terapeutico possono dar luogo ad una sintesi degli opposti, espressi secondo le opposte polarità psicosessuali.

(pubblicato su DOCTOR ottobre 2008)

per maggiori informazioni
roberto.ercolani@psicologoweb.net
0549.887412 - 349.3520327