La malattia psicosomatica

Accertata l’origine non organica della malattia e intervenuti con le procedure mediche, la “somatizzazione” viene interpretata come linguaggio del corpo, e quindi come messaggio di un disagio del paziente.

In questo senso la malattia va intesa come manifestazione attraverso il corpo di un conflitto che non può essere espresso attraverso la parola e la psiche, ma che viene immediatamente scaricato nel soma.

Il paziente psicosomatico ha come caratteristica principale l’alessitimia, cioè l’incapacità a esprimere o riconoscere le proprie emozioni, per una regressione, anche parziale, ad un periodo precedente.

Si può individuare come caratteristica dei fenomeni somatici, il fatto chesi verificano quando la psiche si trova in pericolo per l’insorgere di eventi minacciosi che vengono espulsi dalla coscienza allo scopo di proteggere il soggetto da un danno psichico.

Schematizzando secondo gli studi dell’autore Joyce Mc Dougall, l’espulsione della parte psichica di un’emozione permette alla parte fisica di esprimersi come nella prima infanzia (regressione), il che porta alla risomatizzazione dell’affetto secondo il linguaggio degli organi.


Allora nel paziente, la patologia assume “significato” in quanto presentata da quell’individuo e in quel dato momento e non semplicemente in quanto tale.

Per questo motivo intervenire sulla patologia psicosomatica, non vuole dire tradurre il sintomo attraverso un “dizionario”, ma poter leggere il suo significato attraverso la relazione da soggetto a soggetto che si instaura nella relazione tra terapeuta e paziente, utilizzando gli strumenti più adatti in quella situazione e non in maniera standardizzata.

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