il bisogno di pensare

Il cervello (fortunatamente) non può essere spento e per questo motivo la sua “funzione pensante” è attiva 24 ore su 24. Pensieri belli e pensieri brutti sono continuamente processati dalle funzioni intellettive, quello che cambia è il grado di coscienza. Quando si dorme, non si scelgono direttamente i contenuti dei sogni, ma indirettamente si influisce su quello che si sognerà. Esistono due tipi di sogni: i sogni della fase REM (Rapid Eye Movement) e quelli della fase non-REM. Il primo interviene sulla capacità di apprendimento e di memorizzazione, il secondo sostiene l’elaborazione delle informazioni. Parte dei contenuti che entrano nei sogni, infatti, sono influenzati dalle attività del giorno: lavoro, famiglia, impegni, emozioni, etc. Quello che viene vissuto, influisce quello che si sognerà. Un vecchio detto citava “dormici sopra”, un suggerimento utile a lasciare passare un po’ di tempo (la notte) tra un problema e la sua soluzione. Il dormirci sopra, infatti permette di inserire nel problema, variabili e contenuti che nello stato di veglia vengono scartati perché considerati irrilevanti. Succede così che quando non si riesce a risolvere un problema, si tende a ripetere all’infinito lo stesso processamento di idee arrivando sempre alla stessa soluzione sbagliata. Durante la notte, invece, la mente è libera di inserire tutte le informazioni che ha a disposizione, comprese quelle non prese in considerazione, perché ritenute non importanti dal filtro della coscienza. Fortunatamente la mente non è un computer, la mente umana commette errori, ma ha la capacità di auto-correggersi; quello che però è più difficile è riuscire ad ammettere tali errori.


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